Una “seria diagnosi energetica” fa bene al condomìnio e al condòmino


Cari condòmini, anche Altroconsumo consiglia “una seria diagnosi energetica per il vostro condominio”, vedi articolo “Condomìni svalvolati” di Beba Minna, gennaio 2018 (download articolo, per utenti registrati).

Gli interventi legislativi che “toccano” il portafoglio del consumatore sono indubbiamente i più efficaci. Il decreto dlgs. n. 102/2014 e la norma UNI 10200 che impongono l’installazione entro fine 2017 di contabilizzatori di calore sui caloriferi degli appartamenti nei condomini si muovono in questa direzione. Infatti a seguito di una spesa (detraibile dalle tasse) che per un appartamento di 80 m2 si aggira attorno agli 800÷1000 €,  è possibile mettere in piedi un sistema di controllo e misura dei consumi energetici grazie al quale “il condòmino paga solo per quello che usa”.

Nelle intenzioni, questa norma compie concreti passi avanti sia in ambito ambientale incentivando il risparmio energetico che economici permettendo a chi consuma meno di ottenere un riconoscimento economico. Ci sono tuttavia alcuni nodi che durante questo primo periodo di implementazione stanno arrivando al pettine e che, ahinoi, se non risolti in modo puntuale e professionale rischiano di vanificare sia gli sforzi del legislatore che gli investimenti del cittadino.

La media dei “Polli di Trilussa” per i consumi energetici

Purtroppo la norma si sta facendo conoscere soprattutto per le tensioni che sta generando all’interno delle riunioni di condominio. Vi è un problema di “disparità” di condizioni di partenza: i condòmini che abitano negli appartamenti più “vulnerabili e sensibili” agli agenti atmosferici rischiano di pagare molto più di quanto pagavano prima dell’installazione dei contabilizzatori.

Attualmente la spesa imputata ad ogni condòmino viene calcolata secondo due indicatori:

  • quota consumo: ovvero quanto misurato dai contabilizzatori;
  • quota per potenza termica impegnata: riguarda il consumo di energia dovuto agli ambienti comuni e alle dispersioni, viene conteggiato in base ai millesimi termici (diversi dai millesimi di proprietà).

Si nota come non vi sia alcun riferimento alla posizione ed esposizione di un appartamento. La norma applica il medesimo metodo di calcolo sia ad un appartamento esposto prevalentemente verso sud di un piano centrale (che quindi gode delle dispersioni termiche degli appartamenti sopra e sotto) che ad un appartamento esposto prevalentemente verso nord e magari posto sopra ad un garage o addirittura sopra un porticato aperto. È auspicabile la norma trovi una soluzione altrimenti saranno i condòmini svantaggiati energeticamente a dover pagare più del dovuto essendo inoltre maggiormente sensibili a situazione di discomfort.

È immediato intuire come le situazioni di conflitto all’interno delle riunioni di condominio si stiano moltiplicando.

Perché non ristrutturare?

La legge dlgs. n. 102/2014 impone la contabilizzazione ma non obbliga nè tantomeno promuove interventi di efficienza energetica sull’edificio. Per ovviare a questo viene in aiuto l’ecobonus grazie al quale si possono detrarre porzioni importanti di spesa dovute a ristrutturazioni per fini di efficienza energetica. Interventi quali l’isolamento del tetto, l’installazione di impianti di riscaldamento / condizionamento più efficienti, la coibentazione delle murature e la sostituzione delle finestre e  riducono l’ammontare annuo della spesa da suddividere.

È determinante però una approfondita diagnosi energetica eseguita prima degli interventi per individuare le situazioni di maggior discomfort e di maggior consumo permettendo di agire con mano più pesante laddove energeticamente c’è effettivamente più bisogno. Il beneficio non è di sola natura tecnica: la suddivisione delle spese per i consumi energetici fatta a seguito di importanti interventi di ristrutturazione comporterebbe minori tensioni da parte dei condòmini poiché verrebbero ridotte le disparità di prestazioni energetiche derivanti dalla posizione ed esposizione dell’appartamento.

Ristrutturare il condominio a costo “quasi zero”

Entrando nella realtà delle relazioni di condominio è molto improbabile che coloro che abitano negli appartamenti “fortunati” decidano di accettare spese per la ristrutturazione energetica i cui benefici si riflettono maggiormente sulle tasche di chi abita negli appartamenti più “vulnerabili”. Ma ci sono buone notizie, esistono degli strumenti nati per facilitare il superamento di questi ostacoli.

Per favorire le ristrutturazioni condominiali sono previsti alcuni meccanismi molto interessanti:

  • una detrazione fino al 75% della spesa sostenuta per interventi comuni;
  • meccanismo oltremodo interessante riguarda la cessione del credito anche verso le imprese che realizzano i lavori.
  • rivolgendosi ad aziende ESCo certificate quale Sinergia ESCo è ci sono altri benefici fiscali che possono finanziare la quota rimanente dell’investimento.

⇒ Il risultato finale è che grazie ad una progettazione qualificata unita ad un concreto utilizzo dei meccanismi di incentivazione è possibile attuare → una ristrutturazione generale del condominio a costo “quasi zero”; la ESCo infatti si “nutre” dei risparmi ottenuti sui consumi energetici.

Sinergia ESCo soddisfando tutti i requisiti necessari può rappresentare un partner ideale per la diagnosi energetica e per la ristrutturazione del tuo condominio .

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